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30 maggio 2013

Safari africano: il nono compleanno di Alice

Per la prima volta, in 9 anni, Alice ha dovuto festeggiare il suo compleanno dentro casa. La situazione meteo per nulla favorevole di questa umidissima stagione primaverile ci ha costretti a pensare un compleanno all'interno.
Inoltre il periodo conclusivo dell'anno scolastico mi vede abbastanza indaffarata a scuola e non ho avuto tempo per preparare con sufficiente anticipo la festa (è stata organizzata tutta negli ultimi 10 giorni).
Così quest'anno abbiamo pensato ad un tranquillo safari casalingo.



La giungla africana:



Una povera zebra cui mancavano alcune strisce e altri pezzi. I bambini dovevano guadagnarsi i pezzi mancanti rispondendo ad alcune domande (relative agli animali africani) e alla fine hanno potuto completare la zebra, vincendo un premio.

 

Carta zebrata per costruire il binocolo dell'esploratore.


Bandane.

Le bandane sono state regalate ai bambini al termine di un'attività di animazione alla lettura.
Ho letto una storia che includeva numerosi animali africani. Ad ogni bambino era assegnato un animale e quando nella storia esso veniva nominato, il bambino in questione doveva fare il verso dell'animale. Inoltre quando veniva letta la parola "animali" (ed era ripetuta spesso!) i bambini dovevano fare in contemporanea ognuno il proprio verso. È stato davvero divertente!





Mascherine da colorare e ritagliare.


Una giraffa da colorare tutti assieme.



Il materiale per costruire il binocolo dell'esploratore e i sacchetti di stoffa che ho cucito io (per contenere il binocolo e gli altri premi vinti).


Le etichette per contrassegnare i bicchieri.













17 aprile 2013

Bretzel


Sono ai miei primi esperimenti di panificazione con la pasta madre e tutto sommato mi sto anche divertendo.

Oltre ad un pane senza impasto, che sta spopolando in rete ma che a me è venuto acido (perché invece di far lievitare in frigo l'ho lasciato fuori ...) ho provato a fare i bretzel che le mie bambine adorano.

La prima ricetta che ho tentato di seguire è stata questa trovata su un sito tutto dedicato alla pasta madre e ai luoghi di spaccio della pasta madre. Appena sfornati erano fragranti e buonissimi, ma entro pochissime ore hanno iniziato a seccarsi e diventare duri e immangiabili.

Ho quindi deciso di cercare una ricetta più burrosa e mi sono imbattuta in questo blog curato da una ragazza con il pallino per la fotografia e il food styling che ti fa mangiare le sue prelibatezze innanzitutto con gli occhi. Andate a farci un giro perché merita.

La sua ricetta però prevedeva il lievito di birra.
Insomma, mi sono lanciata in una modifica in base ai miei gusti e alle mie intolleranze e questa è la ricetta che ho realizzato.

Ingredienti:
500 g farina 0 (io ho usato Manitoba "il Molino Chiavazza")
175 g pasta madre (rinfrescata da 4 ore)
100 ml acqua tiepida
100 ml latte tiepido (io ho usato Accadì)
1 cucchiaino zucchero grezzo
50 g burro (io ho usato il burro chiarificato Prealpi che non ha lattosio né proteine del latte)
2 cucchiaini di sale

Prima della cottura in forno:
1 litro d'acqua
50 g bicarbonato di sodio
sale marino grosso
semi di papavero

Procedimento:
Sciogliere la pasta madre nei 200 ml di liquido tiepido (acqua + latte).
Aggiungere la farina, lo zucchero e il burro e impastare.
Aggiungere infine anche il sale.
Coprire con la pellicola e lasciare lievitare 
(io ho lasciato a temperatura ambiente tutta la notte).

Separare la pasta in circa 12-14 tocchetti. 
Con le mani formare dei salsicciotti lunghi circa 30 cm più fini ai bordi che al centro.
Incrociare due volte le estremità e poi attaccare alla parte centrale dando la tipica forma del bretzel (vedete bene come fare qui sul blog che citavo prima).
Lasciare lievitare ancora i bretzel adagiati sulla placca ricoperta di carta da forno per almeno 1 ora (meglio dentro al forno con la luce accesa).

(Preriscaldare il forno a 200 gradi circa)
Preparare sul fuoco un pentolino d'acqua bollente con dentro il bicarbonato.
Tuffare un bretzel nel pentolino e lasciarlo 20 secondi circa (girandolo dai 2 lati), quindi levarlo e posarlo sulla teglia del forno ricoperta di carta da forno. 
Procedere quindi con gli altri bretzel.

Cospargere con sale grosso e semi di papavero a piacere.
Infornare per 15-20 minuti finché non diventano scuri.

Questa volta sono venuti morbidissimi e burrosi come piacciono a noi e mi sembra che le foto che ho messo in alto non mi smentiscano.
Probabilmente la mia ricetta può essere migliorata, in fondo è uno dei miei primi esperimenti con la pasta madre. Chi passasse di qui e avesse suggerimenti da darmi non esiti a scrivere nei commenti! 



10 aprile 2013

Il mio nuovo Tamagotchi (lievito madre)

Mi è stato detto che è usanza dare un nome alla bestiolina quando la si adotta.
Siccome mi sento investita di una responsabilità non da poco e nel timore di farla morire, ho trovato appropriato battezzarla con il nome "Tamagotchi".
Sto parlando del lievito madre (o pasta madre), gentilmente regalatami da Monica di "La luna sul cucchiaio".


Non ridete, o voi che conoscete le mie (pessime) doti culinarie. Giuro che farò del mio meglio per non far morire Tamagotchi (la cui madre si chiama Gigetta, nota bene). La accudirò e rinfrescherò con amore, è una promessa.
Ma soprattutto, finalmente potrò provare a panificare qualcosa di finalmente digeribile per la mia povera pancia mal ridotta.

20 gennaio 2013

Non provate Spotify: crea dipendenza...

... e induce uno stato depressivo al termine delle 48 ore di prova della versione Premium.


L'ho scoperto a mie spese. Sigh.

Per chi non lo conoscesse, Spotify è una emergente piattaforma musicale (purtroppo disponibile in molti paesi tra cui la Svizzera, dove risiedo, ma non ancora in Italia ora disponibile anche in Italia) che racchiude tutto lo scibile sonoro.
Pensate ad un brano, ad un album, ad un gruppo musicale o ad un cantante. Su Spotify c'è. È tutto lì. A portata di click. Con una riproduzione in streaming di una qualità sorprendete e senza la benché minima attesa.

Spieghiamoci meglio.
Quando vi scaricate il programmino dal sito di Spotify e vi loggate usando le credenziali di Facebook, vi troverete a disposizione una piattaforma dove potrete inserire qualsiasi voce di ricerca (brano, artista, album, ...) e Spotify vi restituirà la scheda biografica dell'artista con tutta la discografia prodotta (e tutti i brani ascoltabili immediatamente da cima a fondo), l'album specifico, le playlist di altri utenti che racchiudono il brano,  e altro ancora.

Nel vostro account potrete creare tutte le playlist che volete. Ascoltare le playlist degli altri utenti, visionare le playlist create dai vostri amici di facebook utenti anch'essi di Spotify, inviare loro dei brani da ascoltare attraverso la piattaforma, pubblicare su facebook i brani che state ascoltando, utilizzare varie app integrate che propongono canali radio basati sui "mood" o su specifici artisti e molto altro.
Per gli amanti della musica questo è il Nirvana.

E tutto questo è incluso nella versione Free. Anche se essa comprende della pubblicità.
Quando vi registrate, vi verranno regalate 48 ore di prova della versione Premium che include la possibilità di utilizzare Spotify su smartphone o tablet e di eliminare la pubblicità dalla versione desktop.


Ed è proprio quando provate l'app che vi innamorerete definitivamente di Spotify.
Io l'ho provata su iPad e non riuscivo più a staccarmente.
Un'app geniale e strepitosamente ben studiata.
Potrete gestire le playlist, ascoltare tutto quello che vorrete, navigare tra i vari artisti che vengono suggeriti come simili partendo da altri artisti, ma soprattutto potrete salvare in locale tutti i brani che vorrete. Esatto, avete capito bene. Potrete abilitare l'ascolto offline delle vostre playlist per poterle ascoltare anche quando non sarete coperti dalla rete.



Ma poi 48 ore dopo ci si risveglia brutalmente da questo sogno idilliaco quando la versione Premium scade. E scoprite che per poter continuare ad usufruirne dovrete sborsare CHF. 12.95  al mese. Che non sono pochi secondo me.
Va detto che se fruttata intensamente, la versione Premium vale davvero tutti questi soldi, ma per l'utente medio risulta cara.

E quindi, beh, provate Spotify, perché merita davvero, ma testate la versione Premium con cautela. Uomo avvisato ...



P.S.: Se dovete fare un regalo ad un ragazzo amante della musica, della tecnologia e iPhone, iPod o iPad munito potreste farlo felice con una carta regalo Spotify per l'accesso alla versione Premium per 3, 6 o 12 mesi.

17 gennaio 2013

Tutta la mia musica anni 90 in una compilation

Era da tanto che desideravo farlo, ma ho sempre rimandato. Più che altro per mancanza di tempo.
Finalmente lo scorso weekend l'ho fatto: ho inserito nel pc tutti i miei vecchi cd musicali anni 90, uno per uno (e sono tanti), ed ho convertito tutta la mia musica preferita in formato mp3.



Poi ho creato una compilation e imbrogliando un po' l'ipad l'ho importata come fosse un unico album. E quindi ora ho sull'ipad tutta la mia musica preferita degli anni 90 (130 brani).
Ho rispolverato cd di Bryan Adams, dei Roxette, degli Ace of Base, dei Backstreet Boys, addirittura delle Spice Girls! Che ricordi!


Come si fa?
Io l'ho fatto utilizzando il noto Nero Burning Rom (ho una vecchia versione, forse la 7 Premium, che però va ancora benissimo), che include la funzione "converti cd audio in file audio".
Ho scelto di convertire in mp3 di alta qualità a 320 kbps stereo.

Una volta riunito tutti gli mp3 in una cartella ho dedicato qualche minuto all'imbroglio per iOS. 
Su Android sarebbe bastato includere un file jpg nella cartella e quella sarebbe automaticamente diventata la copertina del mio nuovo album. L'avrei caricata e fine.
Ma iOS si sa, è schizzinoso.

Affinché le canzoni vengano riconosciute come parte di uno stesso album devono avere i tag perfetti. I tag sono tutte quelle informazioni incluse nel file (artista, album, genere, ...). Se le avessi importate così come erano, mi sarei ritrovata centomila album contenenti una o due canzoni al massimo. Avrei in seguito dovuto ricreare una playlist scegliendo i brani da tutti quegli album, ma come capirete non è il massimo della comodità e dell'ordine.

Tramite mp3tag, un semplice programmino gratuito, ho modificato in un attimo i tag di tutti i brani (stesso tag album per tutti e stessa cover per tutti).
In questo modo l'iPad avrebbe importato tutti i brani riconoscendoli come parte dello stesso album.

Poi, come ho già spiegato altrove, io non uso iTunes. 
Non l'ho nemmeno voluto installare nel pc. Quindi mi sono servita di Copy Trans Manager*, anch'esso gratuito, ed ho importato in un attimo nell' iPad tutta quanta la mia musica.

Et volià, la mia compilation anni 90 è pronta!


* Una nota riguardo Copy Trans Manager. Poiché il sistema iOS è blindato, il vostro computer necessita di alcuni drivers affinché Copy Trans Manager possa rilevare il vostro iPad, iPhone o iPod. Questi drivers si installano automaticamente durante l'installazione di iTunes. Considerato che Copy Trans Manager si propone come alternativa ad iTunes (e considerato che c'è gente che iTunes non lo vuole nel pc) esiste una procedura che permette di installare solo i drivers necessari senza dover installare tutto quanto iTunes. La procedura è indicata qui.